L’acqua come terapia: dall’antica Roma a oggi - Centro Macla
Articolo di Marilena Russo

Fin dall’antichità l’uomo ha studiato con interesse i benefici e le potenzialità rigeneratrici dell’acqua, fino a sviluppare notevoli procedure come la metodica idroterapeutica di Sebastian Kneipp e le tecniche riabilitative acquatiche del metodo Bad Ragaz; più recentemente la riabilitazione in acqua si articola in diverse applicazioni quali la idrochinesiterapia, la idrochinesiologia neonatale, la ginnastica in acqua, l’acquafitness, il watsu, ecc.

L’uso dell’acqua come mezzo terapeutico ha origini antiche; le sue caratteristiche fisico-chimiche, la sua temperatura, “l’effetto vortice” venivano utilizzati per il trattamento di numerose patologie già nell’antica Roma.

L’uomo, nel corso dei secoli, ha studiato con molto interesse i benefici e le potenzialità rigeneratrici dell’acqua, utilizzando diverse fonti: sorgenti naturali e termali, fiumi, oceani; le civiltà antiche utilizzavano le acque presenti nei grandi fiumi: in Mesopotamia, Egitto, India e Cina. Le culture romane, ebraiche, egizie, islamiche e cristiane eseguivano rituali sacri con l’acqua.

Nelle terme degli antichi romani, la balneoterapia non veniva utilizzata solo per rifocillare il fisico ma era anche motivo di incontri sociali dove si concludevano affari. Le terme romane contenevano vasche con acqua a diverse temperature; gli antichi romani si curavano con i vapori bollenti che fuoriuscivano dalle sorgenti termali, facendo dei veri e propri bagni di sudore. Per l’esercizio fisico veniva utilizzata la vasca per il gymnasium.

Nella cultura islamica, invece, il bagno turco serviva per massaggiare il corpo a scopo di pulizia e rilassamento. Nella cultura cristiana i bagni erano considerati purificatori e rivitalizzanti. In Europa, nel medioevo, i bagni termali venivano utilizzati per bagni prolungati, fino alla macerazione della pelle; questi riti si sono persi nei secoli.

Nel 1821 il fautore di una precisa metodica idrica è Sebastian Kneipp, abate tedesco; questa metodica si basa sulla legge azione-reazione. Kneipp si ammalò, in giovane età, di tubercolosi e durante i suoi studi lesse il libro di Johann Siegmund Hahn “Lezioni sulla forza guaritrice dell’acqua”. L’abate, dopo aver studiato il libro, provò su se stesso le terapie acquatiche: si tuffava nudo nelle acque fredde del Danubio e subito dopo si rivestiva e, per contrastare il rapido raffreddamento, correva verso casa. Kneipp, dopo essersi curato con l’acqua del Danubio, iniziò lo studio dell’energia benefica dell’acqua e dell’effetto terapeutico di piante selezionate. I risultati terapeutici di questi anni di studi hanno dato vita ad una metodica idroterapeutica.
Le tre funzioni principali di questa metodica idroterapeutica sono: sciogliere, rimuovere e rafforzare. Gli obiettivi perseguibili, in relazione alle tre funzioni, sono: eliminare gli agenti patogeni nel sangue, allontanare le tossine presenti nell’apparato circolatorio prodotte dai processi patologici, ripristinare le normali condizioni circolatorie e rafforzare la costituzione dell’individuo.
Le vasche di Kneipp sono, ancora oggi, utilizzate in diversi centri di cura acquatica.
Il percosso di Kneipp è corredato del sistema trattamento acqua, pompe, filtraggio, sassi di fiume fissati al fondo della piscina e scambiatore di calore. Le vasche con acqua calda e fredda sono posizionate una accanto all’altra nella forma chiamata “passo della cicogna” (circa 40/50 passi per vasca). Durante il passo in acqua la gamba viene sollevata completamente mentre la punta del piede dovrebbe essere ancora piegata verso il basso per essere nuovamente immersa. Dopo il percorso, le gambe devono essere tamponate (non asciugate) e riscaldate in un ambiente asciutto. Un’intensa iperemizzazione del gastrocnemio è segnale di un’appropriata reazione del sistema immunitario del corpo, gli agenti patogeni stimolano la circolazione e favoriscono l’irrorazione sanguinea.
Le vasche hanno forme diverse e i “percorsi acquatici” sono liberi o a “rondella”, in caso di spazio limitato. Il percorso caldo sviluppa un’altezza di 98 cm e dispone del nuoto contro corrente che agisce anteriormente e posteriormente, con un sistema idromassaggio con bocchette posizionate ad un’altezza differenziata su entrambe le pareti; il percorso freddo sviluppa un’altezza di 63-65 cm. La metodica di Kneipp è basata su principi scientifici della medicina naturale.

Nel 1840 presso il centro termale di Bad Ragaz in Svizzera, uno dei primi complessi per la salute, si effettuavano lunghi bagni passivi, che potevano durare anche diverse ore, per alleviare le sofferenze. Nel 1930 i terapisti del centro termale Bad Ragaz, iniziano a trattare con idrochinesiterapia attiva i pazienti con lesioni periferiche.
Il metodo Bad Ragaz sviluppa delle tecniche riabilitative acquatiche in acqua calda: potenziamento muscolare, stretching, rilassamento muscolare e inibizione del tono. Le proprietà fisiche dall’acqua, quali la galleggiabilità, la turbolenza, la pressione idrostatica ed il calore dell’acqua, sono utilizzati per facilitare il recupero cinetico-funzionale in un programma di rilassamento muscolare, stabilizzazione ed esercizi di resistenza progressiva.

All’inizio del secolo scorso vengono riscoperte le potenzialità riabilitative dell’ambiente acqua in pazienti affetti da poliomielite. La poliomielite era diffusa nella popolazione occidentale e causava importanti disabilità motorie. La riabilitazione in acqua (idrochinesiologia) in questi pazienti, facilitava le capacità motorie; successivamente vennero studiati gli effetti di questa terapia anche su altre patologie neurologiche, come le paresi spastiche, le cerebropatie, ecc.

A metà del secolo scorso, con il diffondersi degli studi sul termalismo e il proliferarsi di impianti natatori, c’è stato un aumentato interesse sullo studio dell’idrochinesiologia. Nel 1949 McMillan (un esperto nuotatore), insieme a sua moglie e collaboratori, studia una metodologia di esercizi con l’obiettivo di garantire un’autonomia e indipendenza in acqua ai ragazzi disabili.
Questa metodica, fondata sull’apprendimento individuale e sul rispetto della sequenzialità, viene battezzata “ten-point-program” o “programma dei dieci punti”:
1° punto = adattamento mentale;
2° punto = disimpegno/sganciamento (1^ fase – adattamento mentale);
3° punto = controllo rotazioni trasversali;
4° punto = controllo rotazioni sagittali;
5° punto = controllo rotazioni longitudinali;
6°punto = controllo rotazioni combinate;
7° punto = upthrust/inversione mentale;
8° punto = equilibrio in quiete;
9° punto = turbolenza (2^ fase – controllo dell’equilibrio);
10° punto = progressioni semplici e nuoto base (3^ fase – movimento).
Questo programma condusse nel 1951 alla fondazione dell’halliwick penguin swimming club.

Nel 1974 il prof. Dr. W. Zinn, direttore del medical center di Bad Ragaz, chiese a McMillan di dirigere un gruppo di studio con l’obiettivo di sviluppare terapie idrochinesiterapiche individuali per adulti con problemi neurologici, ortopedici e reumatologici basato sui ten- point- program. Il risultato di questo progetto fu chiamato “water specific therapy”: metodica prettamente riabilitativa che racchiude una combinazione di vari fattori (effetto metacentrico, forze idrodinamiche, inerzia e reazioni posturali) con lo scopo di fornire gli elementi necessari per valutare, preparare e applicare una corretta terapia rieducativa in acqua. Il concetto halliwick rappresenta, ancora oggi, la base di ogni esperienza riabilitativa in acqua che permette di sviluppare progetti riabilitativi personalizzati.

All’alba del XXI secolo, la riabilitazione in acqua si diversifica per obiettivi: idrochinesiterapia, idrochinesiologia neonatale, ginnastica in acqua, acquafitness, nuoto, ecc.

Per saperne di più su benefici e obiettivi terapeutici riabilitazione in acqua leggi anche il nostro articolo “Riabilitazione in acqua: quali benefici offre e per chi è indicata

 

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